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Serie B, 35° giornata - Genova, 13 Maggio 2001

Sampdoria-Venezia 4-1

2' D'Aversa, 18' Possanzini, 21' Bettarini, 44' Luiso, 58' Luiso

Sampdoria (4-4-2): Sereni, Sakic, Grandoni, Conte (79' Stendardo), Traversa, D'aversa (76' Lombardo), Vergassola, Marcolin, Possanzini (67' Zivkovic), Flachi, Luiso. (22 Casazza, 19 Casale, 24 Bedin, 9 Jovicic).

Venezia (4-5-1): Rossi, Conteh (46' Foglio), Pavan, Bilica, Bettarini, Rukavina (73' Sotgia), Maini (13' Di Napoli), Marasco, Pedone, Morrone, Maniero. (1 Brivio, 5 Luppi, 11 Valtolina, 20 Bazzani).

Commento della partita di oggi (da un sito di Venezia):

Il disastro. Il Venezia sembra uno di quegli edifici pericolanti che vengono abbattutti. Cade su se stesso. Un Venezia senza cuore e senza anima, che si presenta a Marassi con un solo sentimento, che poi sentimento non è: la paura. Se poi vogliamo anche sdrammatizzare raccontiamo che «er toro de Sora», al secolo Pasquale Luiso, da solo incorna la difesa veneziana, frastornata dalle giocate dell'incontenibile Possanzini. Altro che Sampdoria stanca. Il Venezia è in ginocchio e non solo da oggi.

Il risultato lo sapete, 4-1 per il Doria (da queste parti dicono così) e pedalare. Il risultato è anche strettino alla squadra di Cagni, che nel finale risparmia energie per domenica prossima, quando se la vedrà con il Piacenza e sarà di nuovo obbligata a vincere. E non sia d'alibi per il Venezia aver preso un gol dopo due minuti, anche perchè nei restanti 88 più recupero non si è visto un segnale di vita.

Le colpe. Vuoi vedere che per tutta la notte gli alpini hanno cantato «Lassù sulle montagne» sotto la finestra dell'albergo e hanno disturbato il riposo dei guerreri arancioneroverdi? O che forse hanno offerto qualche «ombra» di troppo ai difensori? La verità è che il Venezia non ne azzecca una e visto che gli allenatori spiegano che si vince e si perde tutti assieme bisogna mettere nel calderone anche Prandelli.

Da una parte infatti è vero che Prandelli meglio di ogni altro sa in quali condizioni sia il Venezia attuale, dall'altra però snaturando la formazione e schierando Maniero punta unica con cinque centrocampisti non ha fatto altro che dire apertamente di temere la Samp. La quale a sua volta ha preso ulteriore coraggio e ha impiegato due minuti per vincere. Il resto è cosa nota: il Venezia non ha personalità, non c'è volta che, in difficoltà, riesca a leggere la gara e indirizzarla nel verso voluto.

Distrazioni, diagonali sbagliate, il campionario del primo tempo è un horror, nel secondo invece la chicca finale è quella di prendere un gol da rimessa laterale, Sakic rimette in area con le mani e Luiso al volo manda un missile sul primo palo. Gol bello e spettacolare, ma nella dinamica resta un gol da campionato del Lussemburgo, per la difesa che lo incassa.

Centrocampo. Insomma rivoluzione prandelliana nella distinta consegnata all'arbitro: Foglio e Luppi restano in panchina, giocano Conteh (il peggiore) e un Bilica spesso confusionario e anche stavolta graziato dall'arbitro per una entrata su Luiso punibile col soggiorno nel vicino palazzone di Marassi. Cinque uomini a centrocampo, poi quattro perchè Maini viene tolto dopo 13' per mettere il rattoppo della seconda punta, eppure con tutti questi centrocampisti il Venezia non riesce a costruire una azione.

Quando uno ha la palla, nessuno si propone per il passaggio, e allora via con pallonacci sparati avanti a vanvera oppure accompagnati in avanti fino al momento del deposito sul piede avversario.

Poca storia. La partita è già raccontata, possiamo aggiunge che il gol di Stefano Bettarini, splendida punizione all'incrocio, non serve per la scossa e non rimette in partita un Venezia che non esiste. Gegè Rossi fa qualcosa di buono ma pasticcia sul primo sigillo di Luiso, mentre le famose «ripartenze» (che parolaccia...) sono di una lentezza esasperante, al punto che i blucerchiati si esaltato in recuperi che sembrano portentosi. Primo gol di D'Aversa, palla vagante (perché?), al limite dell'area, il secondo è di Possanzini, bravo ad annullare qualche metro di vantaggio dei difensori veneziani, poi Luiso show e amen.

E adesso? I due punti di vantaggio sulla Samp sono un conto in banca, ma si fa presto a spenderlo. In questo momento nei confronti del Venezia si può fare solo l'atto di fede. Ci sono molti fuocherelli accesi, la società ha un compito difficile, come la squadra e l'allenatore. Comincia la settimana più delicata dell'anno. Bivio: o trovano lo slancio per l'ultima fatica, o vedono svanire il sogno di un anno. Intanto i doriani in piazza brindano con gli alpini.

Interviste post partita:

Prandelli: «Ultimamente la squadra in trasferta non ha giocato bene. Ho voluto cambiare qualcosa, cercando di valorizzare giocatori più freschi. Le cose sono andate male, ma non c'entra nulla l'assetto iniziale». «Abbiamo preso il primo gol dopo appena due minuti, in seguito ad un rimpallo. Episodi del genere non hanno nulla a che vedere con il modulo di gioco. Il problema è che la squadra non ha saputo reagire». «Dopo aver subito il gol a freddo, serviva una punta in più. Quanto a Conteh, ha chiesto lui di essere sostituito. Comunque non mi sembra il caso di fare un processo ai singoli dopo una sconfitta del genere. La verità è che la squadra ha dimostrato ancora una volta di non avere grande personalità. Nei momenti difficili non sa reagire». «Dobbiamo raccogliere tutte le energie, senza alimentare polemiche inutili e tensioni. Sarebbe la cosa peggiore in un momento così delicato. Attraversiamo un periodo di calo, ma non va dimenticato che è dall'inizio del campionato che il Venezia è nella parte alta della classifica, sempre tra le prime quattro squadre. Se siamo in piena corsa per la promozione significa qualcosa...».

Forse il peggior Venezia del campionato, ma anche una grande Sampdoria...
«La differenza l'ha fatta l'aggressività delle punte della Samp. Ho visto una grande Sampdoria, la migliore squadra incontrata finora. Mi stupisco come mai non sia tra le prime quattro».

Bettarini: «La formazione iniziale ci ha lasciati un po' perplessi. La squadra è stata rivoluzionata, ma senza portare benefici sul piano del gioco e soprattutto dei risultati».
Tanto per cominciare Bettarini non dribbla le domande. Si parla di un Venezia, fragile sotto il profilo psicologico, ma Prandelli ha messo in campo una formazione «paurosa». Poco offensiva. Vero? «Non mi sento di negarlo. Prandelli ha voluto mischiare le carte, ma non è arrivato alcun beneficio. Ognuno deve assumersi le proprie responsabilità. A tre partite dalla fine del campionato, bisogna essere umili e recuperare la concentrazione, perché non ho alcuna intenzione di regalare la promozione alla Sampdoria. Abbiamo fatto tanti sacrifici e speso energie per arrivare fin qui. Ora non si butta via tutto. Per questo», «chi gioca con la maglia del Venezia, deve dimostrare di essere onorato di scendere in campo, impegnandosi al massimo. Si tratta di un impegno professionale, ma anche di un segno di rispetto nei confronti di chi non gioca. E pur lavorando seriamente con gli altri durante la settimana, poi la domenica resta fuori».

Maniero: «Contro il Chievo dobbiamo dimostrare che il Venezia merita la promozione. A Genova è stata una catastrofe. Abbiamo giocato tutti male, ma l'importante è guardare avanti con ottimismo, senza cadere in polemiche inutili».

Cagni: «E adesso ditemi che ci credevate tutti...». Gigi Cagni trionfatore del giorno, ride sotto il baffetto appena si trova davanti alla stampa genovese. E all'inizio gioca d'anticipo sulle domande. «Cosa scriverete domani? Mi pare che il difensivista Cagni abbia messo tre punte contro il Venezia...». Ma l'atmosfera è festosa, tutti incassano e anche l'ironia, come l'intera prestazione doriana, fa classifica. «La verità è che abbiamo vissuto una settimana parecchio tribolata - riprende l'allenatore della Samp - ma abbiamo dimostrato sul campo di essere una squadra vera. Il Venezia al di sotto delle aspettative? Lasciamo perdere, sennò vi ricordo che il Venezia ha fatto più di 50 gol per cui è forte per forza. E noi l'abbiamo battuto nettamente». Decisivi comunque Possanzini e Luiso, anche se tutti i suoi sono stati grandi. «A Pasquale (Luiso, ndr) i gol glieli avevo predetti proprio oggi a tavola, durante il pranzo. Gli ho detto: Pasquale, oggi ti arrivano dieci cross da destra e dieci da sinistra, tu devi fare almeno due gol».
Adesso la sua Sampdoria rientra alla grande nella corsa per la promozione. «La nostra è una squadra a volte strana, va presa così, per quello che è. Se giochiamo con la mente serena, come stavolta, riusciamo a fare grandissime cose, altre volte invece ci facciamo condizionare dalla tensione e allora commettiamo errori incredibili. Comunque la Samp è viva e ora se ne accorgeranno tutti». Rimpianti a tre domeniche dalla fine? «Abbiamo 60 punti e ce li meritiamo. Chi ne ha di più sarà stato più bravo, ma non è finita. Il messaggio di questa partita è chiaro: stiamo arrivando. Noi siamo in crescita, qualcuno sopra di noi invece sta arrancando. E dovrà fare i conti con noi fino al prossimo 10 giugno».

Luiso: «Potevamo battere anche il Real»

Riflettori puntati su Pasquale Luiso. A metà settimana era dato per infortunato, problemi al tallone. Ma «er toro de Sora»... «non si arrende. Va in campo per dare tutto. E per fare gol perchè io vivo per i gol». Non è la prima volta che castiga il Venezia ma giura di non avere nulla di sospeso, vendette contro il leone di San Marco. E non ci sta neanche se gli si dice che, a fianco dei meriti doriani, ci sono i demeriti veneziani. «Non se ne parla neanche. Raga', ma vi siete accorti che oggi non ce n'era per nessuno? Potevamo sfidare anche il Real Madrid. Come è quel detto della trippa? Ah, non c'è trippa per gatti. E oggi non ce n'era neanche per il Venezia». Stringe tra le mani la maglietta di Brivio: «Siamo stati compagni nel Vicenza, siamo amici, l'ho rivisto volentieri...». Poi Luiso risponde a chi gli chiede come mai in trasferta non fa gol a raffica come a Marassi. «Non serve, io segno qua, in trasferta ci pensa Flachi». Per lui domenica il ritorno a Piacenza, da grande ex. «Partita uguale, come questa, da vincere per forza. Ci proveremo - conclude un «toro» accerchiato da microfoni - del resto fisicamente stiamo bene e di sicuro adesso anche gli avversari si metteranno un po' di spavento quando arriva la Sampdoria. Questa col Venezia è stata una partita memorabile, i nostri tifosi se la meritavano, ho sentito sulla pelle un tifo da serie A».

Situazione in testa e partite mancanti:

A tre giornate dal termine, la B ha un po rimescolato le carte in testa ed in coda. La Samp ha travolto il Venezia, come già aveva fatto contro il Torino 3 mesi fa. Aggiungendo i pareggi esterni con Chievo, Ternana, Empoli e Cosenza si è dimostrata almeno negli scontri diretti del girone di ritorno la squadra migliore. Ma si sa...il campionato si vince anche in partite come Siena, magari con un gol di rapina...

La giornata decisiva sarà la 36°, cioè Domenica. Le partite importanti sono:

Venezia-Chievo: il Venezia ha un piede in A se vince o comunque se la Samp non vince a Piacenza.

Il Chievo in teoria potrebbe anche perdere senza troppi danni.

Piacenza-Samp: al Piacenza basta non perdere per essere virtualmente promossa.

La Samp ha buone chance se vince. Altrimenti è fuori dai giochi al 95%.

Pescara-Torino: Toro in A se vince, altrimenti possibili complicazioni. Prevedo comunque un Pescara battagliero, non escludo nulla!

Cosenza-Pistoiese e Ternana-Treviso: incidono sul cammino del Piacenza visto che incontra Pistoiese e Treviso disperate alle ultime 2 giornate.

Per la Samp quindi una ulteriore speranza, ma solo se dovesse vincere, lo ripeto. Crediamoci ma senza illusioni! Si può  fare!

Tore

 

    

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