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Fausto Pari

All'epoca in cui la Sampdoria si divertiva a far stropicciare gli occhi al mondo, i numeri fissi non esistevano, ma il 4 blucerchiato sarà sempre quello di Fausto da Bellaria, l'uomo il cui numero di interdizioni sul campo era inversamente proporzionale a quello delle interviste rilasciate...

Sempre presente, Pari: c'era a Torino, c'era a Berna, così come a Torino di nuovo, Cremona, Goteborg, a Wembley infine. E non era solo una presenza per le statistiche, un nome in formazione, il suo: era la trasposizione in campo del Grande Cuore Della Sud, lo spirito di una Samp che sapevi non avrebbe mollato mai...

Boskov gli affidava tipicamente la marcatura del fantasista avversario. Mitici i suoi duelli (impari tecnicamente, ma spesso pareggiati grazie alla grinta) con Maradona almeno quanto i confronti tra Vierchowod e Van Basten.

Tre giorni dopo Berna si giocava un Sampdoria - Milan che per noi non aveva più molto senso: Fausto segnò, e corse sotto la Sud, e la scosse come un defibrillatore dalla tristezza e dalla disillusione, col pugno stretto e la rabbia di una promessa: quella coppa, appena accarezzata e finita in Catalogna, l'avremmo di nuovo avuta davanti a noi... 

E mentre un anno dopo, nella notte del nord, Fausto correva ad abbracciare Luca, sorrideva, e guardava il mare blucerchiato sulle tribune dell'Ullevi Stadion, orgoglioso di avere mantenuto il patto ideale con tutta quella gente...

A rivedere i gol di quegli anni si nota che Pari è sempre il primo a correre ad abbracciare il goleador di turno: non soltanto perché era un generoso ed era pazzo di felicità per ogni gol segnato dalla Sampdoria, ma correva talmente tanto da essere vicino a chiunque in qualunque momento... Da Aprile 1992 si fecero insistenti le voci di un addio di Boskov, di un arrivo di Eriksson e della conseguente partenza del piccolo grande romagnolo "tatticamente non adatto agli schemi dello svedese".

In quel finale di stagione Fausto segnò i gol che non aveva mai segnato: suo il raddoppio nel 2-0 alla Fiorentina. Semifinale di Coppa Italia col Parma: un suo gol ci portò a degli sfortunatissimi supplementari. E infine la partita più struggente: Sampdoria-Cremonese, l'ultima di Vuja, l'ultima di Toninho e di Luca Vialli. L'ultima di Fausto Pari da Bellaria. Il suo addio è una bomba su rigore che fissa il punteggio sul 2-2.

E così, dopo nove anni in cui aveva rappresentato la traduzione fisica del sentimento sampdoriano, sempre il primo a lanciare la maglia alla Gradinata, sempre l'ultimo a rientrare nel tunnel, se ne andò per sempre da Genova.

Grazie comunque Fausto.

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