Samp-Herta

Come era prevedibile la qualificazione della Sampdoria ai sedicesimi di finale di Uefa passerà per lo stadio "Felix Bollaert" di Lens, un impianto all'inglese noto per essere tra i più "caldi" a livello di tifoseria di tutta Europa. Sarà dunque dura, anche se potendo ora contare su due risultati su tre, la Samp può provare ad amministrare le forze ed attendere un minimo gli attacchi dei francesi. Comunque ci auguravamo di chiudere la contesa stasera, peccato che l'Herta si sia confermata solida in difesa e piena di fantasia in avanti.

Ci sarebbe voluta la miglior Samp ma in effetti oggi a parte l'impegno, il gioco ha deluso abbastanza. I maggiori colpevoli sono i due giocatori di fascia, che come e più che a Cagliari hanno deluso profondamente: Diana e Tonetto. Non è bastato un Volpi bravo come sempre poi a compensare la bruttissima prova di Dalla Bona, irritante nell'imprecisione al tiro, nei lanci per gli attaccanti ed in qualunque giocata che vada oltre il passaggio di pochi metri. Francamente pensavo fosse un altro tipo di giocatore.

Troppo alta la posta in palio, in un girone di ferro dell'Uefa, dove quattro squadre viaggiavano appaiate a 4 punti. Lo 0-0 finale descrive perfettamente tutte le difficoltà della Sampdoria, che non è riuscita a scalfire la robustezza dell'Hertha Berlino, squadra esperta e dotatissima fisicamente che ai punti ha fatto pure qualcosa in più, ma che alla fine ha gestito il pari ritenendolo un punto prezioso.

Senza Dardai e Van Burik, infortunati, l'Hertha ha giocato con il 4-3-2-1, con Marcelinho e Basturk alle spalle della punta Rafael, punti di riferimento della squadra. Sono loro che conferiscono pressing costante alla squadra tedesca, abile nel gioco di fascia e nelle improvvise penetrazioni centrali. L'Hertha gioca bene nei piccoli spazi, con fraseggi veloci che creano numerosi problemi alla Samp.

I blucerchiati fanno cerchio sui portatori di palla, con un raddoppio costante su Marcelinho, funambolo della squadra, sempre pronto a variare posizione. Il brasiliano e Marx hanno avuto palle buone fra i piedi nel primo tempo, ma Castellazzi si opponeva bene. La Samp, dal canto suo, non sfruttava al meglio le ripartenze, dovendo fra l'altro fare i conti con una difesa ben organizzata. L'Hertha, insomma, ha fatto capire che il quinto posto in Bundesliga non è un caso.

I blucerchiati riuscivano a venirne fuori dopo la mezzora del primo tempo e Flachi e Bonazzoli hanno avuto la possibilità di andare in gol, ma la chiusura dei due giganteschi centrali tedeschi, Madlung e Simunic, era sempre puntuale. A ribadire quanto sia ostica la squadra di Berlino, era Basturk, il cui potente tiro prima del doppio fischio, veniva respinto con i pugni da Castellazzi.

Samp più propositiva nella ripresa, almeno nella prima parte. Rispondeva con aggressività al gioco dell'Hertha, ma senza mai arrivare al sodo. Non bastavano le verticalizzazioni e le numerose palle recuperate da Volpi e Dalla Bona (lanci sempre sballati i suoi). Ci voleva qualcosa di più, anche se Flachi il gol lo sfiorava e protestava per un tocco con il braccio di un tedesco. Novellino resisteva fino al 21', allorché giocava la carta Gasbarroni per Diana. Ma era ancora Basturk a mancare un gol clamoroso.

Nel finale ntrava anche Kutuzov per Dalla Bona ma la sostituzione risultava tardive ed inefficaci. La Samp si giocherà tutto a Lens fra due settimane. Difficile ma non impossiile.


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